mercoledì 10 agosto 2011

{Recensione} L'uomo che non era nessuno

Titolo: L'uomo che non era nessuno
Autore: Edgar Wallace
Anno: 1997
Casa editrice: Gruppo Newton
Collana: Compagnia del giallo
Genere: Giallo Rosa
Pagine: 95
Prezzo: 0.15€
Quarta di copertina: Marjorie Stedman lavora come segretaria nello studio di un avvocato. La sua è una vita normale, finché un giorno non entra in scena un uomo misterioso, chiamato Pretoria Smith. Chi è questo individuo? E quali sono i suoi rapporti con lo zio di Marjorie? Tutto si complica ancora di più il giorno in cui, in una sala di un antico maniero inglese, Marjorie si trova di fronte a un allucinante spettacolo. A terra giace il cadavere di Sir James Tynewood, ucciso con un colpo di pistola, e accanto a lui c'è Pretoria Smith che si accusa dell'assassinio. E i misteri, invece di risolversi, sembrano infittire sempre più.


L'uomo che non era nessuno è senz'altro un bel romanzo (anche se piuttosto breve), peccato che di giallo abbia ben poco.
Tutta la storia ruota attorno a una ragazza, Marjorie Stedman, dapprima segretaria di un avvocato di Londra e poi ereditiera della fortuna di suo zio, costretta a un matrimonio forzato per preservare la ricchezza di famiglia.
Una sera, inviata dall'avvocato a portare una lettera in una tenuta di campagna, Marjorie assiste al presunto assassinio di un baronetto, Sir James Tynewood.
E fin qui sembra che il libro sia incentrato sull'omicidio, ci si aspetta che Marjorie indaghi, trovi il colpevole e lo assicuri alla giustizia. Peccato che questo non sia un giallo canonico e che Wallace si perda nei meandri della storia che avrebbe dovuto essere solo secondaria.
Infatti l'autore ci trasporta in Sudafrica, dallo zio di Marjorie e ci racconta l'amicizia tra questo e un certo signor Smith di Pretoria. Poi ritorniamo in Inghilterra, sono passati quattro anni dalla fatale sera e Marjorie vive in campagna con la madre e organizza raccolte di fondi.
Un giorno, però, Marjorie riceve una strana lettera da suo zio, in cui la obbliga a sposarsi col signor Smith per non far finire in mani sbagliate il patrimonio di famiglia. Da qui in poi abbiamo i turbamenti e i problemi di una ragazzina che ogni tanto si ricorda della sera dell'assassinio e poi ritorna alla vita normale, come se nulla fosse.
È questo che mi ha dato estremamente fastidio della storia, perché se io compro un giallo, vedo in copertina la dicitura "Il giallo economico classico", leggo la trama e mi convinco che sia interessante e poi non c'è nulla di tutto ciò mi sento presa per i fondelli (ora capisco perché nessuno aveva ancora comprato un libro che costava soltanto 15 centesimi).
Questo non è un giallo, è una storiella romantica – neanche tanto – che con i gialli ha ben poco a che fare. È vero, anche in questo genere spesso ci sono romanticismo e sentimenti, e mi sta bene, ma non sono mai gli elementi principali.
Wallace scrive molto bene, ha uno stile accattivante e il traduttore gli ha reso giustizia, non ho mai letto errori, né incongruenze, e questo l'ho apprezzato veramente tanto. Ma uno stile buono senza una vera storia di genere non ha senso.
Anche i personaggi sono ben caratterizzati, anche se talvolta li ho trovati piuttosto zoppicanti e privi di alcun senso, come se fossero messi lì a caso. Il personaggio che ho sopportato di meno è stato quello della madre di Marjorie: non capisco da dove Wallace abbia preso spunto per descrivere una donna con un carattere tanto inetto quanto inutile. Se io fossi stata nell'autore l'avrei senz'altro fatta ammazzare da qualcuno il prima possibile, non solo da quando è ricca sfondata (i soldi non erano neanche per lei, ma solo per Marjorie) si permette di sprecarli come più le aggrada, magari perdendoli al gioco, ma anche si permette di fare la vittima sacrificale, di dire che sua figlia la fa stare male con tutte le domande che le pone per capire come mai non ci sia l'ombra di un cent in banca. Per non parlare di quando difende la donna che la sta derubando.
Già il fatto che il libro mancasse totalmente dell'elemento fondamentale, cioè il giallo, era una cosa su cui in qualche modo si poteva sorvolare, ma il personaggio della madre di Marjorie ha dato il colpo di grazia.
Francamente sconsiglio questo libro (anche se gli ho dato tre stelline) a tutti gli appassionati del genere; secondo me si poteva sviluppare meglio la trama di partenza, lasciando da parte Marjorie, sua madre, il matrimonio obbligato e tutto il resto. E poi, se mai dovessero ristamparlo, mi auguro che modifichino la quarta di copertina con la vera trama e, soprattutto, gli assegnino il genere giusto.
Spero che gli altri libri di Wallace che ho preso in questi giorni non siano come questo, altrimenti si salvi chi può.

Voto: ★★
Eruannë.

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